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Vacanze in Liguria 8° giorno pomeriggio: Villa Grock
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Venerdì 22 Luglio pomeriggio h 18,30
Partiamo da Pieve di Teco alla volta di Imperia per visitare la Villa Grock.
Ma chi è Grock?
Adrien Charles Wettach nasce nel 1880 a Reconvilier in Svizzera da una famiglia modesta. All'età di 6 anni assiste ad uno spettacolo circense e vede un clown balzare da un tavolo con un salto mortale: l'inaspettata associazione di comicità e azzardo lo entusiasma a tal punto che questo diventa il suo obiettivo di vita, e così fu! Adrien diventa un clown.
Ma non un clown qualsiasi, un clown equilibrista, musicista ( sa suonare infatti più di 8 strumenti musicali: pianoforte, violino, sassofono, clarinetto, tromba, xilofono, fisarmonica, chitarra per citarne alcuni) e compositore (compone infatti egli stesso molte delle musiche dei suoi spettacoli...) inventore ( ha ottenuto anche il brevetto per queste: Antifurto per la sua auto, blocca sterzo, portasigarette con distributore automatico, macchina per mescolare le carte da gioco, scialuppa di salvataggio per sommergibili...), oltre al fatto che parla 8 lingue.
Era conosciuto da svariati artisti e potenti dell'epoca: Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio, Picasso, Winston Churchill... e persino Hitler!
E' abile inoltre a modificare gli strumenti musicali a suo piacimento: rimasto lesionato ad una mano progetta e costruisce una protesi per il dito mignolo per poter continuare a suonare...
Ma non finisce qui, coltiva molti hobbies: la fotografia, le auto veloci, la pesca e il giardinaggio...
E per concludere la carrellata di questo artista poliedrico: progetta egli stesso la villa che andiamo a visitare in collaborazione con il geometra Armando Brignole, e segue egli stesso i lavori curando fin nei minimi dettagli sia l'esterno della villa e il giardino, che gli arredi interni.
Il giardino richiama il circo e la villa richiama, oltre all'arte circense, l'esoterismo e la mitologia.
Iniziamo la nostra visita alle sette di sera circa, il sole è basso nel cielo, e le ombre approfondiscono le sculture sui capitelli e parapetti... questa è l'ora migliore per visitarla e più tardi ne avremo ulteriore conferma....
L'ingresso sembra la biglietteria di un circo, si entra in un giardino rigoglioso e scendendo per una scala si arriva ad uno spiazzo con un lago anzi una fontana, e all'interno una sorta di tempio collegato alla riva mediante un ponticello...
All'interno di questo portico si trova il laboratorio fotografico di Adrien, oltre che la "fucina" di tutte le sue invenzioni. In questo locale troviamo le note sulla sua straordinaria biografia.
Il parco è bellissimo, pieno di angoli suggestivi, misteriosi e romantici.
Una fontana attira la mia attenzione poiché vi è scritta una frase che ben conosco: "Per Aspera Ad Astra"
Perché questa scritta? Io penso che questa villa sia un po' il testamento spirituale di questo artista: il clown in fondo è come il bambino, che si stupisce perennemente, persino quando nella disavventura cade. Si stupisce ma non smette di provare meraviglia, incanto, voglia di riprovare, di far meglio e ancora e ancora... Ed è questo il grande testamento che ci lascia alla fine di questo percorso delle meraviglie: attraverso le asperità, le difficoltà della vita, si scoprono e si apprezzano le stelle ovvero i valori più alti.
Un'altra fontana poco più avanti è molto bella: la Fontana dell'Arancio.
Si chiama così perché la forma ricorda un'arancia con gli spicchi... Grock amava moltissimo i giochi d'acqua perché considerava l'acqua naturalmente gioiosa e fonte di vita in tutte le sue manifestazioni: l'acqua piove, evapora, nevica, grandina, ghiaccia, scroscia irriga, rivola, zampilla... perciò questa fontana è un continuo gioco ai contrari: l'acqua che sale spruzzata verso l'alto e ridiscende cadendo sugli spicchi esterni, i fascioni mentre negli spazi vuoti tra i fascioni si vede nel cuore della fontana si trova un'altra piccola fontana che spruzza verso l'alto... queste piogge interne ed esterne si muovono in contrapposizione una dell'altra in un gioco di contrari perpetui e ridente.
Fons lucet plaude: la fontana Brilla e Risuona
E superata la fontana si giunge infine all'edificio vero e proprio:
Il simbolo della spirale ricorre più volte nelle decorazioni, può essere sempre un richiamo all'acqua entro la terra che sgorga donando la vita, oppure al sole, dipende dal verso in cui si avvolge...
Il portico dell'ingresso ha il soffitto decorato da un cielo blu con simboli astronomici ...
Entrando nella villa si incontra un primo scherzo: uno xilofono a due bastoncini...
Un grande cartello a sinistra dice "In questa casa NON è vietato toccare, ridere, divertirsi, correre, parlare, piangere, giocare, suonare...
E poi un piccolo cartello ai piedi dello Xilofono dice "Per favore non toccare".
Invero vi devo confessare il secondo cartello non l'avevo proprio visto, e lo Xilofono l'ho in effetti toccato e suonato con entrambi i bastoncini!
Poco dopo mia figlia mi ha fatto notare il cartello che ne proibiva l'uso.
In realtà quasi tutti i visitatori ci cascavano, e lo suonavano, salvo poi guardarsi intorno circospetti alla vista del secondo cartello di monito. Io penso che il tutto fosse fatto apposta per creare questa situazione di dejavu: quando è stata l'ultima volta in cui abbiamo fatto qualcosa di divertente e poco dopo siamo stati sgridati perché era vietato...?
Questa è una gag che veniva proiettata in una delle sale ... degna di Stallio e Ollio.
Nelle stanze della casa troviamo giochi, scherzi, situazioni in cui provare strumenti, sperimentare... tornare bambini. Due in particolare mi hanno aperto gli occhi circa il significato della gag dello Xilofono all'ingresso: una stanza con uno schermo dove venivano proiettati davanti ad una panchina dove sedersi, dei quadri, alcuni molto noti... ma davanti c'erano dei palloncini semi immobili. Se si restava seduti composti senza muoversi non accadeva nulla... se ci si alzava e si correva verso lo schermo agitando le braccia: ecco i palloncini si alzavano in volo e il quadro si poteva finalmente vedere interamente.
In un'altra stanza c'era uno strumento con un lampadario al centro e quattro bottoni: per ogni bottone era rappresentato un modellino in miniatura dello strumento. Una fisarmonica, un pianoforte, un violino e un fiato. Se si schiacciava un bottone alla volta si otteneva un motivetto suonato da un solo strumento. Se si schiacciavano i bottoni in successione, in qualunque ordine si ottenevano diverse melodie, tutte perfettamente gradevoli e coerenti.
Quest'artista era davvero un genio!
Il sole è tramontato, e la luce si fa rosa all'orizzonte.
La terrazza più in alto si apre sul mare al tramonto: una distesa di argento, con il cielo rosato.
Usciamo di nuovo in giardino, la luce del cielo si affievolisce e si tinge di viola
Torniamo alla fontana dell'Arancio e poi al laghetto... ora si accendono le luci, e tutta l'atmosfera cambia di nuovo.
Ed ecco che al tramonto si aprono i fiori di Loto, li avevo visti all'arrivo: erano ben chiusi, ora con il fresco della sera si aprono e rilasciano un delicato evanescente profumo.
Le luci arancioni, come tanti piccoli soli del tramonto rilasciano un liquido oro sull'acqua zampillante del laghetto, come una impossibile colata di lava in un mare frusciante dove fioriscono le ninfee.
Ecco di nuovo la fontana "Per Aspera ad Astra", con la luce accesa sembra un luogo magico diverso da quello che abbiamo visto all'arrivo... Tutto sembra diverso e mentre prima sembrava una villa dei misteri, ora si vede l'animo gioioso dell'artista, che ha cercato di trasmettere a noi comuni mortali, un po' del suo sguardo sul mondo, uno sguardo positivo e pieno di incanto.
Lasciamo la villa con un po' di questi soli nel cuore, in po' di queste cascate ridenti, e un po' di questa gioiosa voglia di risvegliare il fanciullino sopito, come direbbe Pascoli.
E infine ci perdiamo per le vie del porto.
La meraviglia di Adrien ci resta addosso come l'acqua di una pioggia estiva, che nutre e rinfresca.
Stamattina eravamo a Bergeggi, e oggi pomeriggio in un luogo senza tempo.
Ringrazio Carlo (ItzGaman) che mi ha suggerito questo luogo tra i tanti da visitare...
Vedi il Video sul Mio Canale L'albero di Natale è un simbolo della tradizione pagana in verità, risale alla cultura celtica. I Druidi consideravano gli Abeti alberi magici, poiché conservavano le foglie e la vita anche nel periodo invernale, quando tutto il resto della natura era addormentata. Perciò l'abete, nel pieno dell'inverno quando era difficile trovare cibo e sostentamento, veniva decorato con frutti e dolci come una sorta di preghiera magica , un rito propiziatorio per evocare il ritorno della vita, della prosperità e dell'abbondanza . Per me è un simbolo di una religiosità antica, che affonda le sue radici nel culto della Dea Madre Natura , e mi commuove mi riempie di gioia. Ora l'albero di Natale dei centri commerciali ha perso un po' il suo significato magico, tanto è caricato di plastica e lucine, un ennesimo simbolo di religiosità trasformato in un simbolo del consumismo e della vuotezza. Eppure suscita in noi lo stesso la gioia e ci ricorda
Fine settimana con il cielo azzurro, come piace a me... Gita a Ispra, sul lago Maggiore, a percorrere il sentiero delle Fornaci ... Il sentiero parte dal lungolago di Ispra, che è posta sulla riva est del lago e se si percorre verso nord il sentiero dapprima rasente al lago si arrampica poi in salita tra gradini impervii e alberi intricati e fitti... Fino a che si arriva a delle torri di sassi e mattoni, che in realtà erano camini di fornaci, nelle quali tra '800 e il '900 si otteneva la calce dalle rocce calcaree delle scogliere sul lago, che poi veniva caricata su barconi che navigando sul Ticino e i Navigli arrivava fino a Milano. L'anello riconduce poi di nuovo a Ispra, dove c'è una chiesetta intonacata di rosso, la Chiesa di San Martino, che ospita una bella Madonna, e visto che siamo sul tema azzurro è proprio una bella Madre Celeste con il mosaico di acquamarina dietro le sue spalle... Tornati a Ispra al punto di partenza della passeggiata, andando invece v
L’ arte non scaturisce dal nulla , e anche la creatività in generale ha bisogno di suggerimenti … suggestioni … idee evocate da una cosa vista, un paesaggio, un colore, una luce riflessa sull’incresparsi di un’onda, un raggio di sole che filtra tra gli alberi, un cielo al tramonto… un monumento, il soffitto di una chiesa, una scultura... una musica... un libro... Chi crea è sempre affamato di queste impressioni, che si depositano nell’anima e si legano con ricordi, con altre impressioni di altri momenti … e all’improvviso scaturisce un’idea, un’intuizione, che unite ad un po’ di coraggio e tempo libero danno alla luce un nuovo dipinto, o una decorazione particolare, o anche semplicemente una azzeccata disposizione di fiori in terrazzo, o di ricordi di viaggi e libri su uno scaffale. E quel tempo che dedichiamo alla realizzazione della nostra idea è veramente sacro, perché in quel frangente siamo tutt’uno con ciò che stiamo facendo, e ne siamo contenti. E chi può dire quando
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