Streghe

 Alla Villa Reale di Monza troviamo una mostra particolare: Stregherie.

Ambientata nel sottotetto della Villa reale, dove presumo si trovassero le stanze della servitù, si trova un percorso espositivo che si snoda su diverse sale, prive di finestre, dove viene narrata la figura della Strega dagli albori del mondo classico, fino ai tempi moderni.

Le streghe non sono un'invenzione del Medioevo, in realtà sono sempre vissute in mezzo a noi. La strega più antica di cui si abbia traccia scritta è la Maga Circe raccontata da Omero nell'Odissea. Unica regina di una piccola isola sperduta nel Mediterraneo, protegge il suo regno dall'intrusione degli uomini propinando loro delle pozioni magiche che li tramutano in animali.

Quando leggiamo l'Odissea la vediamo con gli occhi di Ulisse, ma spostiamo per una volta il punto di vista e immaginiamo come potevano vivere le donne a quel tempo, facili prede di uomini brutali e addestrati assassini. Faceva bene quella donna a proteggersi e non fidarsi.

Un'altra strega dell'antico mondo classico è Medea, una principessa della Colchide, figlia di Eeta un potente mago. Con le sue arti magiche, la sua intelligenza, aiuta Giasone nell'impresa degli Argonauti, che erano partiti alla ricerca del Vello d'Oro, custodito da Eeta. Per amore arriva a sacrificare il fratello che uccide e getta i pezzi in mare per rallentare l'inseguimento della nave del padre ovviamente ostacola gli Argonauti. Perciò Medea aveva tradito il padre e ucciso il fratello per amore di Giasone. Diviene Sposa di Giasone, e hanno dei figli. Successivamente il re di Corinto vuole dare in sposa sua figlia Glauce a Giasone. Allora lui allontana Medea per sposare quest'altra principessa.

Medea si vendicherà terribilmente uccidendo non soltanto la nuova sposa, ma persino i figli avuti da Giasone per punirlo del tradimento.

E ancora, sempre nel mondo classico troviamo le Erinni, o Furie, personificazioni della Vendetta, che puniscono con il terrore e la follia chi fa del male ai loro cari.

La Furia semina la discordia nel letto coniugale

Ancora le streghe del mondo precristiano erano le Sacerdotesse dei culti pagani, in particolare erano devote alla Dea Madre. Erano donne sapienti, conoscevano i cicli della Natura, i segreti delle erbe, sapevano curare, leggere il futuro, creare filtri magici e pozioni velenose... Erano donne temute e rispettate. 

E a queste donne si sono sempre rivolti i potenti per avere un briciolo di quella visione, e persino ai giorni nostri CEO, analisti finanziari, esperti di dark web, di criptovalute, di pensiero postumano, sono attratti dall'inconoscibile, dal mistero che offre l'illusione di un potere maggiore, di un controllo sul futuro e dunque sul presente.

Pensate alle Sibille dell'antica Grecia e Roma, sacerdotesse di Apollo che riportavano la volontà del dio,  e profezie, ovvero davano consigli agli uomini. Famosa la Sibilla di Delfi in Grecia, e di Cuma in Magna Grecia , o la Sibilla Apenninica sacerdotessa che abitava sui Monti Sibillini in Italia, che hanno preso appunto il nome proprio da lei.



Donne che non avevano paura in un mondo patriarcale, 
donne con una conoscenza e un sapere che dava loro una autorità e un potere indiscusso. 


Ma perché donne? Ovviamente sono sempre esistiti anche gli stregoni, gli antichi Druidi... ma qui si parla di streghe, ovvero donne. Penso che l'essere donna renda necessaria una connessione con i cicli lunari e naturali, il fatto che la donna ogni mese muoia con il sangue e rinasca come la luna nuova, sappia procreare e nutrire il figlio l'abbia sempre resa un po' magica agli occhi dell'uomo. 
La donna è la coppa per ricevere e dissetare. Ecco perché era la naturale portavoce della divinità. Il fatto di sperimentare il dolore per creare la vita, anziché dare la morte, le regalava una saggezza profonda e creatrice.

Il cerchio magico, fotoincisione del XIX sec.

La prima forma di divinità era femminile: la Madre Terra, successivamente con l'allargarsi del Pantheon alle varie forme di femminilità e virilità continuiamo a ritrovare sotto vari nomi sempre la stessa Dea: la Madre, che sia Iside dell'Antico Egitto, Demetra dei Greci o Ceridween dei Celti...



Necessariamente con l'avvento del Dio Cristiano, maschio, un simile potere, una simile autorità doveva essere contrastato e distrutto. Ed ecco quindi da dove arriva la caratterizzazione negativa della Strega, viene creata anche tutta la letteratura e iconografia che la descrive malvagia e brutta e a quel punto il terrore sta negli occhi di chi guarda, ed è facile accusare qualunque donna sola, magari un po' eccentrica, o semplicemente indipendente...

Erano ostetriche, erboriste, vedove che si gestivano e mantenevano con il loro lavoro...



Le tre streghe che incontrano Macbeth
Salve o Macbeth, che sarai Signore di Glamis!
Salve o Macbeth, che sarai Signore di Cawdor!
Salve o Macbeth, che in breve sarai Re!
....
Non devi temere fintanto che non vedrai avanzare la foresta di Birnam verso Dursinane

Come non ricordare le tre Streghe che apostrofano Macbeth? 
Sono forse loro la causa della sua ascesa e del suo declino? E' forse la conoscenza del dopo che lo induce ad accelerare i fatti macchiandosi di orribili delitti? 

La letteratura abbonda di personaggi come queste tre streghe, donne ingannatrici, che con la loro profezia equivoca mentono facendo credere il vero...

Era impensabile nel Medioevo che potessero esserci donne sagge, indipendenti e potenti, senza un uomo che ne fosse il padrone. E così la Chiesa, patriarcale, inventò che il loro padrone fosse Satana.


E la stella a cinque punte che era un simbolo di Iside, diventò il simbolo di Satana. 


La scansione del calendario secondo i riti della tradizione pagana diventano tabù e onorare quelle ricorrenze diventa prova di essere una strega, e il Sabba che era una ricorrenza in cui si celebravano i riti in onore delle antiche divinità, diviene una congregazione di streghe che si riuniscono alla presenza di Satana in cui vengono praticate orge e riti blasfemi. E così sulla scia di questa propaganda vergognosa sono state torturate e uccise migliaia di donne e anche ragazzine. E non escludo che segregate e torturate, vedendosi precludere la speranza di una vita indipendente e libera abbiano maledetto i loro aguzzini con parole oscene e feroci, proprio come essi le accusavano. Diventavano il personaggio che era stato costruito per distruggerle.


Il percorso della mostra conduce anche alla "Stanza del Processo" dove viene rievocato un fatto realmente accaduto in Italia nel 1539: nel paese di Sassorosso in Garfagnana circolano strane voci su una stramba vedova dai capelli rossi: Ursolina e sua figlia Agnese, giovanissima, che vivono sole.
Qualcuno dice che Ursolina mangia i neonati, e che sia una adoratrice del demonio, e così parte una denuncia anonima al tribunale del Santo Ufficio di Modena. Ursolina viene interrogata, torturata... è talmente disgustata e stanca che ammette tutto pur di farla finita. 

La regia nella stanza del Processo fa si che si entri a gruppi, ci si deva sedere su un ceppo di legno al buio, e la voce dell'inquisitore, che parla in latino irrompe improvvisa sulla testa ora di uno ora di un altro partecipante, mentre una luce abbagliante illumina solo quella persona. Spesso le accusate nemmeno erano in grado di capire la lingua, e allo stesso modo noi che siamo per un attimo soltanto nella parte, ci troviamo interrogati in una lingua in cui capiamo a tratti, e un po' per compiacere l'interlocutore, un po' per vera ignoranza si poteva rispondere a caso... ci rendiamo conto quanto facile era essere accusati, quanto facile era non saper rispondere, o rispondere in modo da dare ancora più argomenti all'aguzzino, quanto facile era perdere l'onore, il rispetto. Per noi ora è solo un piccolo imbarazzo, un po' di disagio per essere illuminati e interrogati un solo istante, cos'era allora essere interrogati per ore e ore, magari in pubblico, mentre l'isteria di massa creava la tragedia?

Eppure nonostante la persecuzione la Vocazione di Strega non si è mai spenta, perché sono sempre esistite donne che si sentivano connesse con la Natura, che di madre in figlia apprendevano questa sapienza segreta, che consapevoli del destino di amarezza come spose e madri, costrette ad un lavoro costante, sebbene mai riconosciuto, a figliare instancabilmente, senza mai una speranza di riscatto, ad essere usate come pedine in qualche gioco di potere più grandi della loro ragione, hanno conservato questo linguaggio segreto con altre donne con cui sentirsi parte di una comunità.

Sono sempre esistite le Streghe. Ma non è mai stato Satana il loro padrone. Le streghe sono padrone di se stesse e compivano il male o il bene a loro giudizio e responsabilità.

La propaganda ecclesiastica ha distorto e reso grotteschi rituali antichi in cui la sacerdotessa utilizzando preparati da ingredienti naturali riusciva a creare medicine, o veleni. Le loro preparazioni nel calderone diventano pozioni disgustose con ingredienti orrorifici e blasfemi come sangue di bambini o acqua santa.
Diventano i personaggi negativi delle fiabe, pensate alla strega di Hansel e Gretel dei Fratelli Grimm: la fiaba racconta che la malefica strega attirasse i bambini alla sua casetta da mangiare, per catturarli e mangiarli.



Nel percorso della mostra viene però narrata la versione integrale della fiaba: i bambini vengono abbandonati dai genitori nel bosco perché "erano diventati un peso", dicevano i genitori. I bambini vengono accolti dalla vecchia nel bosco, e mangiano la sua casa, e quando finiscono di mangiare tutto quel che c'era in casa mangiano anche la vecchia, e infine tornano a casa, uccidono i genitori e mangiano anche loro. "Erano diventati un peso" dicono.

La mostra è incentrata soprattutto sulla letteratura e iconografia classica della strega, la strega malvagia, la strega dell'orrore. Infatti abbondano anche le locandine di film di Dario Argento...

Sebbene la stanza del processo faccia intendere quanto arbitrario fosse l'essere accusata, manca, a parer mio, tutta la parte sulle Sacerdotesse pagane, sul culto della Dea Madre, sulla sapienza femminile... Le immagini indugiano sempre troppo sull'iconografia della propaganda. Sebbene le scritte descrittive parlino di questi fatti, e venga resa giustizia di cosa fossero le streghe, e quale orribile persecuzione alle donne  sia stata fatta per secoli mascherata da caccia al maligno... tuttavia le immagini e l'iconografia che permane in mente alla maggior parte dei visitatori resta quella classica: la strega brutta e malvagia.

Arrivata in fondo nell'ultima stanza dove si può lasciare un messaggio scritto con la penna in piuma d'oca sul librone degli incantesimi, mi resta l'amarezza per una storia narrata un po' a metà. 



Narrata sempre con gli occhiali della paura e dell'horror, anziché della curiosità e della conoscenza. 

Eppure nella bottega a fine percorso abbondano i libri di letteratura fantasy che riabilitano queste figure femminili... Trovo infatti uno dei miei libri preferiti dell'adolescenza: Le Nebbie di Avalon, dove si narra tutta la storia di Re Artù, ma vissuta dal punto di vista di Morgana, la strega, la fata, l'incantatrice... e consiglio a tutte le donne, le ragazze di leggerlo, per riscoprire un po' della antica saggezza dei culti  e delle religioni pagane, che non erano poi così distorte e lontane dalla natura della Vita.


E neanche a farlo apposta, ritrovo anche Benjamin Lacombe, ve lo ricordate? Era l'illustratore francese della mostra sui fantasmi e spiriti del Giappone: 


Molto bella la sua Madre di tutte le Streghe: Lilith, la prima donna accanto ad Adamo, nata dalla stessa manciata di argilla, che non ci sta ad essere la sua serva compiacente, assecondante... la sua seconda : vuole essere la sua pari, e perciò lascia Adamo, lascia il paradiso terrestre ed è stata bandita dalla narrazione ortodossa. 

La troviamo nel mito dell'antica Mesopotamia, e successivamente nella religione ebraica e assume sempre le sembianze di demone femmina, portatrice di tempesta, disgrazia... Al suo posto troviamo Eva, creata dalla costola di Adamo... doveva essere più docile forse per questo motivo, ma non è andata esattamente così... 
Sarebbe Lilith quindi il serpente che dice ad Eva: "C'è di più, conosci, studia, non ti accontentare..."
Il famoso detto "Stay hugry, stay foolish" di Steve Jobs...

La figura di Lilith, nel XIX e XX secolo, diventa il simbolo dell'emancipazione femminile, e viene associata al concetto della Grande Madre.



 Forse sarebbe bello fare una mostra sui culti pagani della Dea Madre, partendo dalla Dea Iside egiziana, e poi percorrendo le nostre radici mediterranee, ovvero le dee della Grecia e del mondo latino, e arrivando infine alla Dea dei culti celtici.

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