Alcuni giorni fa, sempre sull'onda di esplorare le Terre Borromeo sul Lago Maggiore, siamo andati a Stresa a vedere il Parco Pallavicino.
La Villa Pallavicino, con la sua tenuta affacciata sul lungolago era inizialmente (nel 1855) una ricca abitazione privata dello statista e letterato Ruggiero Bonghi. Successivamente passò di proprietà al nobile genovese Pallavicino che ampliò la tenuta, e infine nel 1952 la Marchesa Luisa decise di ospitare all'interno del parco diversi animali provenienti da tutto il mondo creando così uno zoo.
Infine nel 1956 i Pallavicino decisero di aprire il parco faunistico al pubblico.
La terrazza panoramica che si affaccia sul lago è adornata con cipressi
che grazie all'arte topiaria sono trasformati in archi...
Il primo edificio che si incontra salendo la strada di ciottoli sono presumibilmente le stalle e le scuderie della villa ottocentesca che vedremo più avanti.
Questa è la Villa in stile neoclassico, ma non è visitabile all'interno, la vedremo meglio dopo, sulla via del ritorno, poiché ora vogliamo assolutamente vedere gli animali del parco faunistico... Ci dirigiamo quindi sotto un tetto di alberi altissimi e sussurranti verso la Fattoria.

Attualmente nel Parco ci sono 50 specie tra animali e volatili, alcuni sono animali domestici provenienti da altri paesi, ad esempio le caprette tibetane, gli alpaca e i lama, il pony Shetland o gli asini africani... oppure animali che non possono essere più reintrodotti in natura poiché sono stati salvati da guardie forestali a seguito di eventi traumatici, ad esempio la volpe Fanta abbandonata alla nascita e l'aquila reale trovata ferita ad un'ala non ha mai recuperato completamente, e gli orsetti lavatori che sono stati abbandonati in natura da qualcuno che li aveva comprati per tenerli in casa come animali esotici e poi ha cambiato idea e hanno prosperato sebbene non fossero originari di questo continente... oppure ancora animali che si sono riprodotti nel parco faunistico e prosperano da quando era stato istituito il parco e non sono più in grado di vivere selvaggi ad esempio i canguri.


All'ingresso della Fattoria ci accolgono le caprette tibetane, una specie di caprette nane. La particolarità di questo parco faunistico è che alcune specie sono libere e possono essere accarezzate... immaginate la felicità dei bambini! Non solo in verità: anche ai ragazzi più grandi e anche agli adulti piace moltissimo questo contatto diretto con la natura. Accarezzare questi animali così docili e fiduciosi che ti guardano con gli occhi mansueti e pieni di bontà ti avvicina a Dio, io penso. Fa un gran bene allo spirito questo contatto, ti toglie dalla testa pensieri inutili, egocentrici, preoccupazioni vanesie... e lascia spazio solo allo stupore per la vita e per la bellezza del creato.
E poi arrivano i daini pomellati, con i loro occhi innocenti, le zampe sottili e le corna di velluto, e anche loro si fanno accarezzare fiduciosi. Sembra incredibile poterli toccare, ci si sente privilegiati: "Davvero posso accarezzarti? Grazie!"
E assieme alle caprette arrivano anche gli alpaca e i lama, anch'essi curiosi e bendisposti a farsi accarezzare. In particolare l'alpaca di color marrone che aveva una morbidezza che nemmeno gli agnelli raggiungono.
Nella fattoria ci sono anche le gabbie degli orsetti lavatori, e delle due volpi: una è appunto Fanta, come vi dicevo sopra, e l'altro esemplare è un maschio che ha perso una zampa in un incidente con un'auto, ed è stato salvato dalle guardie forestali. Le volpi e gli orsetti, sebbene domesticati non potevano essere lasciati liberi di vagare nella fattoria dal momento che ci sono tantissimi agnelli e capretti bambini, oltre alle galline di diverse varietà. Nel sito dedicato che vi ho messo come link all'inizio però si vedono diverse foto delle volpi accarezzate dai guardiani del parco, e i veterinari del centro. Ma non si sono fatte vedere purtroppo, se non per fugaci momenti.
Lasciata la fattoria il percorso prosegue verso le uccelliere con i Gufi reali, e il loro piccolo Ercolino, particolarmente rumoroso e costante nel suo gridare per attirare l'attenzione degli addetti affinché gli portassero del cibo.
Il percorso poi prosegue tra altre voliere con diversi pappagalli e altri uccelli esotici variopinti...
E tutt'intorno alberi altissimi, anche provenienti da paesi lontani, e frusciare di fronde e silenzio.
Questo uccello era veramente una festa di colori: oltre alla sfumatura dal verde al blu che già vedete dalla foto, quando apriva le ali un lampo di piume rosse colorava le estremità e la parte sotto vicino all'addome.
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Questi hanno un nome tenerissimo: si chiamano gli Inseparabili |
Si arriva infine al giardino dove sono coltivate tantissime varietà di fiori, piante e statue...
E infine il giardino si affaccia sulla vista del lago da una sorta di tempietto neoclassico che sembra fatto apposta per farsi la foto e compiacersi di esser qui.
Scendiamo infine verso la villa, e finalmente la vediamo bene
Il percorso della visita torna infine all'ingresso e proprio dalla parte opposta della strada c'è una scaletta per scendere alla spiaggia... Anche questa molto pulita, si può certamente fare un bagno.
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