Rieccoci dunque, come promesso nel post del 10 giugno, al Castello Sforzesco di Milano.

Prima un po' di storia, per capire: il Castello fu costruito nel 1368 per volere di Galeazzo Visconti, venne successivamente ampliato e rinforzato dai successori Gian Galeazzo e Filippo Maria Visconti. Venne demolito in parte durante gli anni della Repubblica Ambrosiana (1447-1450).
Francesco Sforza, abile condottiero mercenario per conto di vari signori in Italia, giunse infine a Milano a prestare il suo lavoro a Filippo Visconti. Giunse infine a sposarne la figlia Bianca Maria. Alla morte di Filippo Visconti, Milano proclamò la Repubblica, ma Francesco Sforza fu molto abile a cavalcare il malcontento popolare e giunse così a farsi proclamare nuovo Duca di Milano come legittimo consorte dell'ultima esponente dei Visconti.
Fu il principale artefice della Pace di Lodi tra gli stati italiani e della rinascita politica, economica e artistica del Ducato di Milano, guadagnandosi la stima dei suoi contemporanei, in particolare di Niccolò Machiavelli, che scrisse un saggio di dottrina politica, "Il Principe", ispirandosi a lui.


Dopo di lui, i suoi successori sempre della famiglia Sforza, ricordiamo Ludovico il Moro, proseguirono la sua politica fino al 1499 quando quest'ultimo venne deposto dagli invasori francesi.
Dal XVI al XIX secolo venne utilizzato come caserma e deposito dalle truppe occupanti, francesi prima e spagnole poi e venne realizzata una cinta muraria a protezione a forma di stella, secondo i dettami della strategia militare del tempo. Nel 1800 Napoleone fece demolire la cinta muraria per dare invece esecuzione alla realizzazione del Foro Bonaparte.
Con l'Unità d'Italia venne deciso di restaurarlo e valorizzarlo come luogo della memoria storica di Milano, e venne ricostruita la torre del Filarete che era crollata precedentemente. E' per questo motivo che all'ingresso troviamo la scultura a bassorilievo del Re Umberto I di Savoia. Al di sopra troviamo infine gli stemmi dei Visconti e degli Sforza, e il Patrono di Milano: Sant'Ambrogio.
L'interno è composto dal Cortile delle Armi, che poi attraverso due porte dà accesso a due cortili: il Cortile della Rocchetta a sinistra e la Corte Ducale, ma ho già dedicato spazio a numerose foto nel post del 10 giugno, perciò oggi mi dedicherò piuttosto a mostrarvi alcuni dei musei che sono ospitati al suo interno.
Entrando dall'ingresso principale sotto la torre del Filarete, si deve andare all'estremo sinistro del cortile, dove si trova l'Ospedale Spagnolo, ove ha sede la biglietteria. Con solo 5 euro si possono visitare tutti i musei. All'interno dell'Ospedale Spagnolo, dove venivano ospitati i soldati malati, è stata posta la Pietà Rondanini, un'opera di Michelangelo rimasta incompiuta. Lo scultore infatti ci aveva lavorato per 10 anni a più riprese, ma la sua morte sopraggiunta prima del completamento dell'opera ne impedì la realizzazione definitiva.

La scultura è totalmente diversa da quella esposta a San Pietro a Roma, che era stata realizzata quando Michelangelo aveva venticinque anni. Qui le figure di madre e figlio sono quasi fuse in un corpo solo, e sono molto allungate, quasi filiformi. In verità proprio il fatto che l'opera sia incompiuta la rende quasi più drammatica e moderna. Ed è stata un'idea molto azzeccata porre questa pietà in questo luogo, l'Ospedale spagnolo, dove tanti soldati, tanti uomini avevano patito e sicuramente pregato per guarire.
Lasciato l'Ospedale Spagnolo, passando attraverso la Porta Giovia, si arriva alla Corte Ducale, dove ha inizio il percorso di visita del Museo d'Arte antica e Armeria.
Sono raccolte testimonianze di arte lombarda tra il V e il XVI secolo suddivise in linea temporale tra le sale degli appartamenti ducali.
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Monumento sepolcrale di Bernabò Visconti XIV sec. |
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I quattro evangelisti: il Leone alato è San Marco, l'Aquila è San Giovanni, l'Angelo è San Matteo, e il Toro alato è San Luca. |
Troviamo poi una sala dedicata agli arazzi e al Gonfalone di Milano: un particolare tipo di stendardo decorato su entrambi i lati e particolarmente grande in modo che possa essere visto anche da lontano quando portato in processione.
L'arazzo ritrae il Santo patrono Ambrogio nell'iconografia dell'episodio che si riferisce alla cacciata degli ariani, rappresentati dai due soldati riversi a terra.
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Soffitti delle sale ducali |
La Madonna ha la fronte un po' troppo allungata, ma il gesto del bambino è molto realistico
e anche la carezza che Lei fa al ragazzo inginocchiato.
Purtroppo non è possibile visitare la sala delle Asse nella Torre Falconiera lungo il percorso di visita, poiché è in restauro. Si chiamava così perché era rivestita da assi di legno in modo da renderla meno fredda. Si giunge quindi all'Armeria, dove sono raccolte tutte le armi dalle spade ai primi archibugi per arrivare alle pistole e i fucili.
Passando attraverso le sculture a bassorilievo che ornavano le porte cittadine si possono vedere diverse armature a partire da quelle pesanti dei cavalieri medievali, fino alle protezioni più leggere dei soldati di fanteria del 1600 che avendo il fucile non avevano più la corazza inutilmente pesante...
E poi dopo tanta celebrazione di armi e strumenti di guerra, arriva la morte:
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Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie... |
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Statua funebre di Gaston di Foix, comandante dell'armata francese caduto a Ravenna nel 1512 |
Si sale poi al secondo piano della corte ducale per visitare il Museo dei mobili e la Pinacoteca.
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Madonna in Gloria, Mantegna 1497. |
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Canaletto, pittore veneziano 1697-1768 |
La visita alla Corte Ducale termina passando tra le mura merlate che conducono alle stanze sopra la corte della Rocchetta, e dall'alto si possono sbirciare le piazze sottostanti, in particolare la veduta della torre del Filarete.
Sopra la corte della Rocchetta si trova il Museo delle Arti decorative e degli strumenti musicali.
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Chiavi da Ciambellano di ottone dorate XIX sec - Chiavi provenienza ignota del XVII XVIII sec. |
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Astrolabio |
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Compasso di Galileo Galilei, rame dorato 1606. |
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Servizi da viaggio |
E poi iniziano gli strumenti musicali... davvero incantevoli:
questo non è ancora un pianoforte, bensì un clavicembalo
Ogni tasto è finemente decorato a intarsi di madreperla
Questo invece si chiama Virginale, sempre con i tasti intarsiati... un altro precursore del Pianoforte
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Organo |
E finalmente ecco i pianoforti, questi sono dell'800, il secolo in cui la produzione il perfezionamento di questi strumenti raggiunse un grande sviluppo poiché il Pianoforte diventa uno status symbol in molte famiglie agiate. La musica da pianoforte non si suona solo nelle sale da concerto, ma anche nelle case private... e molti giovani prendono lezioni di piano per poter suonare e godere della musica ad un livello più alto io penso. Perché una cosa è sentire la musica, un'altra è suonarla in prima persona.
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Pianoforte a Giraffa |
E poi troviamo anche strumenti a corda
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Chitarre e Mandolini del '600 |
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Cetra |
La cosa che più mi affascina di questi strumenti è la splendida fattura, i dettagli decorativi puramente estetici che sono una deliberata esibizione di perizia e cura del bello e dell'eccellenza.
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Arpa |
Per oggi non riusciamo a visitare altre mostre, in parte perché alcune sono chiuse per restauri, in parte perché non facciamo in tempo...
Così ci incamminiamo attraverso la Porta del Barcho verso la Piazza del Cannone ...
Attraversando un ponticello custodito da due sirene, si arriva al Parco Sempione
Alle spalle il castello e davanti a noi l'Arco della Pace
Si tratta di un Arco di Trionfo neoclassico, realizzato a partire dal 1807 e terminato nel 1838 anno in cui venne inaugurato con la cerimonia di incoronazione di Ferdinando I d'Austria, ma la sua vera consacrazione avvenne con l'ingresso di Vittorio Emanuele II e Napoleone III a Milano a seguito della la Vittoria di Magenta che porterà alla conseguente definitiva pace.
La sestiga in bronzo è guidata dalla
Dea della Pace, che reca infatti in una mano un ramoscello di ulivo, e nell'altra un'asta con in cima la Minerva, dea della Saggezza e della Diplomazia. Ai quattro lati del piano ci sono quattro figure di Vittoria a cavallo. Trovate una foto ravvicinata della scultura a
questo link.
Dovremo tornare al Castello Sforzesco per visitare le altre sezioni:
Il Museo Egizio e la sala delle Asse di Leonardo...
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